Project detail
Country: | Italia |
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Location within Country: | Provincia di Treviso |
Name of Client: | Provincia di Treviso |
Start date (month/year): | 2010 |
Completion date (month/year): | 2010 |
Total N° of staff-months of the assignment: | 4 |
Date: | 20 Ott, 2013 |
Category: | Architettura e sostenibilità, paesaggio |
Description
Il progetto di Percorsi eco turistici del fiume Piave è stato redatto nel 2010 dagli architetti Cristina Boghetto, Elena Cattarossi e Monica Lenhardy (quest’ultime oggi figure centrali del settore Architettura e Sostenibilità in T-ZERO S.r.l.) per la Provincia di Treviso. Il gruppo di progettazione venne selezionato tramite concorso di idee. Si tratta di un progetto con valore sperimentale anche se redatto con criteri di concretezza e fattibilità che ha, tra gli altri, l’obiettivo di rinsaldare l’identità delle popolazioni rivierasche con il fiume. “Le reti infrastrutturali disegnano il territorio delimitando ambiti areali che con la loro forma ricordano i ciottoli del vicino fiume”.
Partendo da questa suggestione, si propone una visione astratta del territorio basata sull’analisi del sistema della mobilità attuale che evidenzia come nel tempo gli argini del Piave, eretti come sistema di protezione dalle esondazioni, siano diventati di fatto il confine tra una mobilità “veloce” – al di fuori dell’area golenale – ed una mobilità “lenta” – interna all’area golenale. La mobilità principale delimita un grande ambito allungato che corrisponde allo spazio di rispetto che il Piave si è guadagnato nel suo scorrere millenario. Questo luogo diviene il grande parco lineare; varcare i suoi confini richiede una mobilità diversa, lenta e sostenibile, che permetta di percepire gli stimoli della naturalità, di riflettere sul legame tra territorio e storia, di conoscere e gustare i prodotti tipici nel loro luogo.
Il progetto predilige questo secondo tipo di mobilità ed individua i luoghi che permettono il passaggio tra mezzi veloci (automobile, treno, corriera) e mezzi più lenti e sostenibili (pedone, bicicletta, canoa, cavallo). Il Percorso è caratterizzato da elementi strutturali ben definiti che permettono al visitatore di orientarsi tra un tipo di mobilità e l’altra, tra un ambito lento e uno veloce, tra l’acqua e il territorio, facendo perno sui nuclei abitati, all’interno dei quali si individuano aree pubbliche, edifici e luoghi degradati o abbandonati ai quali attribuire nuove funzioni. Le “porte” ricalcano gli attraversamenti del Piave, gli “snodi” segnalano gli incroci tra la viabilità principale e quella lenta, mentre le “valvole” individuano i luoghi strategici per la realizzazione di strutture di servizio al percorso.
I punti di questo sistema di orientamento recuperano gli antichi accessi all’acqua (le porte sul Piave), caratterizzano siti assegnando ad essi un’identità legata ai materiali del luogo, ed immettono nuove funzioni nei centri abitati. Il Piave, nel suo fluire e spostarsi, ha depositato sul territorio materiali diversi (sabbia, ghiaia, argilla) che hanno dato origine a paesaggi ed usi del suolo diversi (si pensi all’asparago ed ai vigneti). Non è quindi casuale il susseguirsi di aree molto differenti dal punto di vista delle potenzialità agricole e della biodiversità. Il progetto individua queste “aree tematiche” accomunate da elementi da valorizzare ed usare per caratterizzare i “percorsi tematici” che le attraversano e che si collegano al percorso ecoturistico principale.
L’idea è unire assieme le tipicità storiche, architettoniche, paesaggistiche ed agricole rafforzandone l’identità e creando presupposti per promuovere percorsi tematici all’interno dell’area. Lo studio infine propone dei “meta progetti” trasversali a tutte le aree tematiche volti a far emergere la memoria collettiva e convogliare verso progetti di comunità le energie di chi abita il territorio.